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Tag: cbd

19 Nov

Come il CBD ha rischiato di diventare illegale

In piena emergenza sanitaria a causa della diffusione dei contagi da Covid-19, lo scorso ottobre, il Ministro della Salute, Roberto Speranza, ha emanato un decreto che avrebbe reso illegale il CBD e messo in ginocchio un intero settore.
Con l’attenzione dei mass-media italiani monopolizzata dalla pandemia, l’aggiornamento tramite decreto, delle tabelle medicinali (n.309 del 1990) che elencano quali sono le sostanze considerate stupefacenti e psicotrope, stava per passare inosservato.

Le caratteristiche del CBD.

Il cannabidiolo (o CBD) è una delle principali sostanze presenti nella cannabis, che a differenza del THC non contiene il principio attivo con effetto psicotropo. Il CBD possiede notevoli benefici e capacità rilassanti, antinfiammatorie e antidolorifiche, oltre che esser utilizzato per il trattamento di alcune patologie. Da anni ormai, il cannabidiolo è stato inserito tra le sostanze naturali consigliate dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) per il trattamento di epilessia, mal di testa e insonnia.
Grazie a queste caratteristiche del CBD è nato un nuovo mercato che con la sua filiera produttiva ha alimentato l’occupazione giovanile, dato lavoro a migliaia di persone e riqualificato la coltura agricola nelle campagne italiane. Prodotti come ad esempio, oli e cristalli di CBD, creme e unguenti, fino alla cosiddetta cannabis light sono venduti senza ricetta e consegnati a domicilio

Cosa dice il decreto.

Secondo questo provvedimento emanato in ottobre dal Ministero della Salute, le “Composizioni per somministrazione a uso orale di cannabidiolo ottenuto da estratti di cannabis” rientrano tra le sostanze attive stupefacenti. Pertanto, con l’entrata in vigore del decreto qualsiasi composizione contenente il CBD diverrebbe un prodotto non più vendibile liberamente, ma dovrà esser autorizzato dall’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) e venduto con una ricetta.
La stessa agenzia che, si legge nel testo del decreto, sta valutando “una richiesta di autorizzazione all’avvio della commercializzazione di un medicinale, in soluzione orale contenente cannabidiolo, che ha già ricevuto l’autorizzazione all’immissione in commercio centralizzata da parte dell’European Medicines Agency (EMA) e che lo stesso medicinale e’ controllato attraverso un programma di uso compassionevole, notificato all’AIFA, per i pazienti in trattamento con sindrome di Dravet e sindrome di Lennox-Gastaut”.
Il medicinale in questione dovrebbe essere l’Epidiolex, un farmaco per l’epilessia a base di CBD commercializzato da una casa farmaceutica.

Le ripercussioni sul settore e il dietrofront di Speranza

L’entrata in vigore del decreto prevista per il 30 Ottobre 2020 è stata sospesa per un dietrofront all’ultimo momento del Ministro Speranza, in attesa dei pareri richiesti all’istituto superiore di sanità e al Consiglio superiore di sanità.
Rischio sventato. Fin dall’uscita del provvedimento, tutte le associazioni di categoria, le federazioni e le imprese del settore si erano opposte duramente e anche numerosi parlamentari l’avevano dichiarata come “una scelta illogica, che avrebbe penalizzato tutto il settore della coltivazione della canapa, lasciando così campo aperto ai soli colossi farmaceutici. Decisione, inoltre, in evidente contrasto con quanto promosso dal ministero dell’Agricoltura che di recente ha inserito i prodotti della cannabis tra le varietà officinali, dando il via alle filiere estrattive dei principi più nobili della pianta”.
Un dietrofront che salva il posto di lavoro di operatori del settore, società e piccoli produttori stoppando l’entrata nel mercato delle lobby e case farmaceutiche.

Però, se questo scampato pericolo ha momentaneamente rassicurato le molte aziende presenti sul territorio nazionale, rimane ancora l’incertezza in attesa che si pronunci nuovamente sulla questione il Consiglio superiore di sanità.
Quale allora potrebbe essere una soluzione per i tantissimi consumatori di CBD che cercano il benessere e di alleviare stress, ansia, insonnia e dolore senza alterazioni psicotrope, nel caso in cui, il cannabidiolo fosse invece, confermato illegale?

Sicuramente un nostro primo consiglio è quello di procurarvi una piccola scorta. Nel nostro store potete trovare tutti i prodotti adatti a tutte e le vostre esigenze e a tutti i gusti.
Un secondo consiglio, invece, è quello di continuare a sensibilizzare l’opinione pubblica informando chi non è a conoscenza di questi argomenti, ad esempio condividendo questo articolo.

Tags: cbd, Legislazione
  • Posted on Novembre 19, 2020
  • Categorie: Uncategorized
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03 Apr

LA CANNABIS AD ALTO CONTENUTO DI CBD PUÒ ESSERE UTILE PER TRATTARE L’AUTISMO

Le potenzialità della cannabis nel trattare i sintomi dell’autismo, sono state evidenziate in un nuovo studio osservazionale che ha coinvolto 18 pazienti.

Il punto di partenza dello studio è che: “I disturbi dello spettro autistico comprendono condizioni che possono influenzare lo sviluppo cognitivo, le capacità motorie, l’interazione sociale, la comunicazione e il comportamento. Questo insieme di deficit funzionali si traduce spesso in una mancanza di indipendenza per gli individui diagnosticati e in gravi difficoltà per pazienti, famiglie e operatori sanitari”. Secondo i ricercatori brasiliani che hanno pubblicato questo nuovo lavoro su Frontiers in Neurology, “esistono numerose prove che indicano l’efficacia del cannabidiolo puro (CBD) e dell’estratto di cannabis sativa arricchito con CBD per il trattamento dei sintomi autistici nei pazienti con epilessia refrattaria. Vi è anche un crescente supporto di dati per l’ipotesi che l’autismo non epilettico condivida i meccanismi eziologici sottostanti con l’epilessia”.

Cannabis e autismo, lo studio pubblicato su Frontiers in Neurology

Lo studio ha dunque coinvolto 18 pazienti autistici che hanno ricevuto un estratto di cannabis CBD e THC in un rapporto di 75/1. A causa di effetti avversi, tre pazienti hanno interrotto l’uso prima di 1 mese. Tra i 15 pazienti che hanno aderito al trattamento (10 non epilettici e cinque epilettici) solo un paziente ha mostrato mancanza di miglioramento dei sintomi autistici. “Dopo 6-9 mesi di trattamento”, riportano gli autori, “la maggior parte dei pazienti, inclusi epilettici e non epilettici, ha mostrato un certo livello di miglioramento in più di una delle otto categorie di sintomi valutate: disturbo da deficit di attenzione/iperattività; disturbi comportamentali; deficit motori; deficit di autonomia; deficit di comunicazione e interazione sociale; deficit cognitivi; disturbi del sonno e convulsioni, con effetti avversi molto rari e lievi. I miglioramenti più significativi sono stati segnalati per convulsioni, disturbo da deficit di attenzione/iperattività, disturbi del sonno e deficit di comunicazione e interazione sociale”.

Da non sottovalutare il fatto che: “Dieci dei 15 pazienti stavano usando altri medicinali e nove di questi erano in grado di mantenere i miglioramenti anche dopo aver ridotto o smesso di usare altri farmaci”. I ricercatori fanno infatti notare che: “I risultati qui riportati sono molto promettenti e indicano che l’estratto arricchito con CBD può migliorare più sintomi dell’autismo anche in pazienti non epilettici, con un sostanziale aumento della qualità della vita sia per i pazienti che per le persone che se prendono cura”.

Come fanno notare gli stessi autori, “i limiti intrinseci del presente studio, a causa della sua natura osservativa, sono la mancanza di gruppi di controllo, le dimensioni ridotte della coorte ed effetti placebo potenzialmente significativi”, sottolineando che: saranno necessari ulteriori studi clinici per confermare questi risultati iniziali.

Non bisogna dimenticare che già altri studi scientifici pubblicati in passato, hanno sottolineato i benefici della cannabis nel trattamento dei sintomi di questa patologia.

Gli altri studi

A gennaio su Frontiers in Pharmacology furono pubblicati i risultati di una ricerca condotta dall’unità di Farmacologia e Tossicologia Clinica del centro medico Harofeh di Assaf a Tel Aviv, in Israele, condotta da 53 bambini con un’età media di 11 anni affetti da autismo che non avevano mai sperimentato prima l’utilizzo di cannabinoidi, di cui circa due terzi hanno beneficiato di un trattamento costituito da un estratto di cannabis ad alto contenuto di CBD e basso contenuto di THC. La durata media della terapia è stata di 66 giorni e i dati sull’andamento del trattamento sono stati monitorati attraverso interviste di follow-up due volte a settimana, nonché analizzati da un gruppo indipendente di specialisti (un neurologo pediatrico specializzato in ASD, farmacologi clinici e farmacisti) con il compito di verificare l’efficacia sui sintomi e l’insorgenza degli effetti indesiderati. I sintomi monitorati sono stati: sintomi di iperattività, problemi relativi al sonno, autolesionismo, ansia.

I dati raccolti sono stati incoraggianti: gli attacchi di autolesionismo e rabbia sono migliorati nel 67,6% e peggiorati nell’8,8%; i sintomi di iperattività sono migliorati nel 68,4%, non hanno subito variazioni nel 28,9% e peggiorati nel 2,6%; i problemi relativi al sonno sono migliorati del 71,4% e peggiorati del 4,7%; l’ansia è migliorata del 47,1% e peggiorata del 23,5%. Gli effetti avversi, per lo più sonnolenza e cambiamento di appetito sono rimasti lievi. I dati aggregati complessivi restituiscono un netto miglioramento generale: la variazione generale dei sintomi è stata registrata per 51 su 53 pazienti (due pazienti non hanno presentato un rapporto sul loro miglioramento complessivo). Un miglioramento complessivo è stato segnalato nel 74,5%. Nessuna variazione è stata riportata nel 21,6% e un peggioramento nel 3,9%.

Pochi mesi fa nello studio pubblicato su Progress in Neuro-Psychopharmacology & Biological Psychiatry i ricercatori spiegavano che: “L’uso di cannabinoidi in generale e CBD in particolare nel trattamento di numerose condizioni mediche e mentali, tra cui l’autismo, sta crescendo rapidamente. Tutte le prove attuali sono indirette e basate sull’efficacia del CBD in condizioni patologiche che potrebbero essere presenti anche in questa patologia. Quindi, la potenziale efficacia del CBD nel contesto dell’ASD è solo suggerita”. Secondo gli autori: “Il CBD ha dimostrato alcune proprietà pro-sociali negli studi pre-clinici. Inoltre, in alcune delle più comuni comorbidità dell’ASD, come disturbi del sonno, ADHD, ansia e convulsioni, il CBD può essere efficace come monoterapia o trattamento aggiuntivo”.

Intanto gli scienziati dello Shaare Zedek Medical Center di Gerusalemme, guidati dal dottor Adi Eran hanno studiato gli effetti di un estratto di cannabis in 60 bambini autistici con un’età media di 11,8 anni (range: 5-18 anni). Sono stati trattati con CBD e THC per via orale con un rapporto di 20: 1. La dose è stata aumentata in base all’effetto con una dose massima di CBD di 10 mg per chilogrammo di peso corporeo e una dose massima di THC di 0,5 mg/kg. La tollerabilità e l’efficacia sono state valutate con scale standard, tra cui il questionario Home Situations Questionnaire–Autism Spectrum Disorder (HSQ-ASD) e l’Autism Parenting Stress Index (APSI). In seguito al trattamento con la cannabis, i disturbi comportamentali sono stati migliorati nell’80% dei pazienti o molto migliorati nel 62% dei pazienti. I problemi di ansia e comunicazione sono stati migliorati nel 39% e molto migliorati nel 47%. I comportamenti di disturbo sono stati migliorati del 29%. I genitori hanno riportato meno stress come si evince dai punteggi APSI, con un miglioramento del 33%. Gli autori hanno concluso che: “Questo studio preliminare supporta la fattibilità della cannabis medica ad alto valore di CBD come un’opzione di trattamento promettente per i problemi comportamentali refrattari nei bambini con disturbo dello spettro autistico”.

Mario Catania

Fonte: https://www.cannabisterapeutica.info/2019/12/10/la-cannabis-cbd-puo-essere-utile-per-trattare-autismo/

Tags: autismo, cbd
  • Posted on Aprile 3, 2020
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31 Mar

COSA SONO I CANNABINOIDI?

I cannabinoidi sono composti chimici attivi che provengono dalla pianta di cannabis. Questi composti svolgono un ruolo importante all’interno di uno dei sistemi fisiologici del corpo chiamato sistema endocannabinoide (ECS). I cannabinoidi agiscono sui recettori dell’ECS, alterano il rilascio di neurotrasmettitori nel cervello e forniscono il necessario “carburante” per far funzionare il sistema. Il sistema endocannabinoide crea equilibrio interno in processi come il sonno, la regolazione dell’umore, l’infezione, il dolore e la funzione immunitaria.

Il sistema endocannabinoide ha recettori, CB-1 e CB-2. Ogni recettore è collegato a vari altri sistemi all’interno del corpo. Il CB-1 principalmente espresso nel cervello (sistema nervoso centrale), ma anche nel fegato, polmoni, organi riproduttivi e reni. Il CB-1 svolge le funzioni principali nella cognizione, regolazioni motorie, appetito, dolore, umore e sonno. Il CB-2 è principalmente espresso nel sistema immunitario e funzioni correlate. Il CB-2 è fondamentale per ridurre l’infiammazione, che a sua volta previene il danneggiamento dei tessuti e fornisce sollievo dal dolore.

Almeno 113 diversi cannabinoidi sono stati scoperti e non sono stati trovati in nessun’altra pianta al di fuori della cannabis, ecco un breve elenco dei più noti cannabinoidi:

CBD- Cannabidiolo

Il CBD si trova nella sua massima concentrazione all’interno della pianta di canapa. Il CBD è uno dei cannabinoidi più riconoscibili con la sua recente comparsa nei campi dei rimedi medici e naturali. Questo cannabinoide (CBN) viene utilizzato per la sua efficacia nel dolore, infiammazione, infezioni, convulsioni, disturbi neurologici, disturbi d’ansia, trattamento del cancro, condizioni della pelle e condizioni metaboliche. Il CBD si lega ai recettori CB-1 e CB-2 nell’ECS. C’è molta ricerca in corso con sul CBD.

Acido THCA-Tetraidrocannabinolico

THCA sembra simile a THC, ma sono diversi. Quando viene estratto da una pianta viva o in forma grezza, non è psicoattivo. Se la pianta è lasciata asciugare o esposta al calore, THCA cambierà in THC. Ricerche preliminari dimostrano che è efficace nella protezione del cervello, nel trattamento dell’infiammazione, nella prevenzione della nausea e della perdita di appetito e nel fermare la crescita delle cellule tumorali. Simile al CBD, THCA si lega ai recettori ECS CB-1 e CB-2.

CBG- Cannabigerolo

Il CBG si trova anche in concentrazioni più elevate nella pianta di canapa e non ha effetti psicoattivi. CBG mostra efficienza nel trattamento di dolore, infiammazione, stimolazione delle cellule cerebrali, stimolazione della crescita ossea, depressione, convulsioni, insonnia, infezioni batteriche e scarso appetito. Il CBG viene esaminato nel suo specifico successo nel trattamento del glaucoma, IBS, malattia di Huntington, MRSA e blocco della crescita delle cellule tumorali.

CBDA- Acido cannabidico

CBDA è il precursore del CBD e non sembra interagire direttamente con il sistema endocannabinoide. Invece, la ricerca mostra che colpisce i recettori e i sistemi non endocannabinoidi. Ora, per l’inibizione dell’infiammazione COX-2 ha anche mostrato la promessa di ridurre la diffusione delle cellule di cancro al seno. Il CBDA attiva i recettori della serotonina che possono alleviare la depressione e l’ansia. La serotonina aiuta anche a controllare la nausea e il vomito, che possono aiutare ad aumentare l’appetito.

CBN- Cannabinolo

Il cannabinolo è altamente considerato per le sue proprietà sedative e ha un effetto sedativo più forte rispetto ad altri cannabinoidi, senza causare un “high”. Il CBN è un modo efficace per ridurre l’ansia e gli effetti collaterali negativi dello stress nel malato. L’uso del cannabinolo sta mostrando molte promesse nel trattamento di gravi disturbi come il DPTS. In aggiunta a ciò, il CBN sta aumentando l’appetito, controlla la crescita delle cellule tumorali e attiva gli stessi percorsi di alleviamento del dolore come il THC. Il CBN attiva anche i recettori CB-1 e CB-2.

Differenziazione di cannabinoidi acidi e non-acidi

I composti acidi, come il THCA e il CBDA, sono i precursori di altri composti. A volte indicate come “cellule staminali”, sono i mattoni che possono creare quantità infinite di composti uguali o di altri tipi di composti con differenziazione. In questo caso, quando il calore o la luce vengono applicati a un cannabinoide acido, si trasforma nel cannabinoide non acido.

Alcune ricerche affermano che le forme non acide hanno maggiori benefici medicinali rispetto all’acido, mentre altre affermano fortemente il contrario. L’interesse e la ricerca in espansione nei composti acidi stanno dimostrando che apportano vantaggi anche all’utente. I composti acidi sono fondamentali in quanto creano un’ampia varietà di cannabinoidi all’interno della pianta. Gli studi dimostrano che i composti acidi e non acidi funzionano bene insieme nel corpo.

Ricordiamo sempre che la cannabis terapeutica è un farmaco che va assunto sotto stretto controllo medico e di rivolgersi sempre a personale esperto.

Fonte: http://www.antalgika.com/

Tags: cannabinoidi, cbd, cbda, cbg, cbn
  • Posted on Marzo 31, 2020
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27 Mar

COME POTENZIARE L’ANANDAMIDE, L’ANTIDEPRESSIVO NATURALE DEL CORPO

Il mondo sta attualmente attraversando una pandemia globale che minaccia di interrompere non solo la vita di tutti i giorni ma interi sistemi economici e sanitari. Per milioni di persone in tutto il mondo che devono affrontare ansia e incertezza su ciò che il domani riserva, il potere curativo della cannabis nelle sue varie forme può essere un ottimo modo per affrontare gli effetti psicologici, e forse anche fisici, della pandemia, naturalmente . Un particolare componente della cannabis, un endocannabinoide chiamato anandamide, noto come antidepressivo naturale del corpo, potrebbe essere la chiave per aiutare le persone ad affrontare questi tempi strazianti.

Che cos’è esattamente l’anandamide?

Dalla parola sanscrita “ananda”, che significa “felicità interna”, l’anandamide è un endocannabinoide che si autoalimenta dal cervello ed è metabolizzato dal sistema endocannabinoide, un sistema scoperto di recente responsabile della biosintesi ed è riconosciuto come un modulatore di un varietà di processi, dal dolore e dall’infiammazione all’appetito e all’umore.

L’anandamide è anche un mediatore lipidico che funziona come un ligando endogeno (una proteina che si lega a un recettore) attaccandosi ai recettori CB1 del corpo, l’obiettivo molecolare primario responsabile degli effetti farmacologici del THC.

Anandamide è stata scoperta nei primi anni ’90 dal Dr. Raphael Mechoulam, che era noto per la sua rivoluzionaria ricerca e scoperta del delta-9-THC mentre cercava di capire perché i nostri corpi contenessero recettori di cannabinoidi che sono in grado di legarsi con cannabinoidi esterni come CBD e THC.

Alcune scoperte chiave che i ricercatori hanno appreso negli anni sull’anandamide:

– Il corpo lo crea come è necessario per mantenere l’omeostasi, cosa che regola regolando la segnalazione e l’infiammazione dei neuroni.

– La sua fragilità molecolare lo rende facilmente scomposto. Di conseguenza, non tende a rimanere nel corpo per molto tempo.

– Il legame con i recettori CB1 e CB2 influisce enormemente su una serie di meccanismi fisiologici come la gestione del dolore, l’umore, l’appetito e persino la fertilità.

– Mantiene l’omeostasi legandosi ai recettori CB e incoraggiando la neurogenesi, lo sviluppo delle cellule nervose nel cervello, che è cruciale per la formazione di nuove cellule nervose necessarie per funzioni come l’apprendimento e la memoria.

– Uno studio del 2009 ha dimostrato che sono necessari alti livelli di anandamide per l’ovulazione e la sua fluttuazione può influire sullo sviluppo fetale. Lo studio ha anche scoperto che livelli più elevati di anandamide durante l’ovulazione possono contribuire a una gravidanza di successo.

– Nel 2015, uno studio su umani e topi ha scoperto che un aumento dei livelli di endocannabinoide era un catalizzatore per migliorare l’umore e ridurre la paura. Inoltre, una produzione inibita degli enzimi responsabili della decomposizione dell’anandamide (alias FAAH) ha provocato una diminuzione della paura e dell’ansia durante i periodi di stress.

– L’aumento dei livelli di anandamide è anche responsabile dell’esperienza beata delle persone alte dopo un rigoroso esercizio, noto anche come “high runner”.

Ora che sappiamo cos’è l’anandamide, cosa possiamo fare per aumentarlo?

1. Mangia cibi che contengono kaempferol

Il Kaempferol è un flavonoide che si trova in una varietà di frutta e verdura come patate, mele, broccoli, uva e pomodori. Alcuni studi suggeriscono che il kaempferolo può combattere il cancro e inibire anche la produzione di FAAH, l’enzima responsabile della decomposizione dell’anandamide nel corpo.

2. Mangia i tartufi!

Uno studio condotto nel 2015 ha scoperto che i tartufi contengono alcuni dei principali enzimi metabolici del sistema endocannabnioide, nonostante non esprimano recettori leganti l’ECS. I ricercatori hanno anche scoperto il contenuto di anandamide nei tartufi a diversi livelli di maturazione. Nel frattempo, l’altro cannabinoide endogeno dell’ECS, 2-AG, era al di sotto del limite di rilevazione. Anche se i tartufi hanno un prezzo elevato, questa potrebbe non essere la soluzione più pratica.

3. Esercizio per almeno 30 minuti

C’è un motivo per cui alcune persone diventano così dipendenti dall’esercizio fisico e dalla corsa. I livelli di anandamide sono noti per aumentare attraverso l’esercizio. Gli studi hanno anche dimostrato che anche il livello di esercizio e la durata contano, con esercizi a bassa intensità e durate più brevi che non hanno dimostrato di produrre gli stessi livelli associati a ciò che chiamiamo “runner’s high”. La produzione di anandamide è sia la motivazione che la ricompensa per l’esercizio e, con i benefici cardiovascolari associati all’esercizio fisico regolare, lo rende uno scenario vantaggioso per tutti. Sentiti più felice e migliora la tua salute allo stesso tempo.

4. Prendi il CBD

Il cannabidiolo è noto per i suoi potenti effetti antinfiammatori e analgesici, ma altrettanto importanti sono le sue proprietà di riduzione dell’ansia e di miglioramento dell’umore. Nonostante la debole affinità di legame del CBD con i recettori ECS, è noto che aumenta i livelli di anandamide nel corpo inibendo l’enzima FAAH di abbatterlo.

5. Concediti il cioccolato fondente

L’ananadamide può essere trovata, sebbene in piccole quantità, in una sostanza chimica presente nel cioccolato fondente. Contiene anche altre due sostanze chimiche simili all’anandamide che ne rallentano la degradazione, intensificandone così gli effetti. E a differenza del tartufo, il cioccolato fondente è decisamente più economico.

Fonte: https://cannabis.net/blog/medical/how-to-boost-anandamide-the-bodys-natural-antidepressant

Tags: anandamide, cbd, trattamento depressione
  • Posted on Marzo 27, 2020
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25 Giu

CBN, IL CANNABINOIDE DEL SONNO

Nonostante il nome molto simile al CBD, il cannabinolo ha un profilo unico di effetti e ha portato i ricercatori a richiedere ulteriori studi. Al momento il CBN si distingue per la sua capacità ad aiutarci a conciliare il sonno: questo componente è un alleato essenziale per combattere l’insonnia senza dover ricorrere alle famose pastiglie per dormire. Così, una piccola dosi di CBN può essere una buona opzione per tutti quelli che ricorrono alla cannabis con l’intenzione di mettere fine alle lunghe notti insonni.

Per questo motivo non devono stupire le proprietà sedanti del CBN. Secondo gli studiosi, cinque milligrammi di questo elemento sono efficaci come una dose di dieci milligrammi di diazepam, un farmaco ansiolitico e rilassante usato da milioni di persone nel mondo.

Ma i benefici del CBN non finiscono qui. È stato scoperto che questa sostanza allevia il dolore e spinge la crescita delle cellule ossee. È inoltre antibatterico, antiinfiammatorio e anticonvulsivo, quindi serve a calmare i disturbi di varie malattie, come il lupus. Se ne raccomanda l’uso anche per stimolare l’appetito, soprattutto alle persone che seguono trattamenti di chemioterapia. Infine è stato dimostrato che è utile nella lotta dei dolori cronici e malattie come il Parkinson o la sclerosi multipla.

Con questo composto non bisogna preoccuparsi degli effetti psicoattivi. Gli esperti assicurano che, a differenza del THC, le conseguenze del CBN nel cervello sono praticamente inesistenti. Questa è una notizia stupenda per i pazienti che hanno bisogno di curarsi ma preferiscono mantenersi lucidi.

In che modo il cannabinolo produce i suoi effetti sedativi e che inducono il sonno?

Il nostro sistema endocannabinoide o ECS svolge un ruolo vitale nella maggior parte delle funzioni fisiologiche. Supporta il sistema immunitario nel modulare la risposta infiammatoria. Regola anche la percezione del dolore, la memoria e l’apprendimento, l’umore e le emozioni, l’appetito, le funzioni motorie e sensoriali, l’eccitazione sessuale, tra gli altri.

Anche l’ECS svolge un ruolo importante nel sonno. L’attivazione del suo recettore cannabinoide tipo 1 o CB1r è il motivo per cui ci sentiamo assonnati e rilassati quando consumiamo THC.

Il CBN, poiché proviene direttamente dal THC, si lega anche al CB1r . Il CBN, secondo gli studi, è un agonista parziale del CB1r, attivandolo e producendo i suoi effetti sedativi e inducenti il ​​sonno.

Ma rispetto al THC e ad altri cannabinoidi, per quello che importa, il CBN produce l’effetto più potente sul sonno. Uno studio di laboratorio su CBN ha dimostrato che è sufficiente prendere una piccola quantità di CBN perché inizi a produrre effetti sedativi e sonnolenti.

Un rapporto di laboratorio ha persino confrontato il CBN con il diazepam. I ricercatori hanno scoperto che 2,5 mg di CBN sono paragonabili agli effetti di un 5 mg di diazepam.

Le persone con problemi di sonno possono trarre beneficio dal  CBN ?

Sì; Il CBN può essere usato come ausilio per dormire. Le persone con insonnia e altri problemi di sonno possono trovare sollievo da questo cannabinoide.

Accoppiato con altri cannabinoidi come il THC e il CBD, i suoi effetti sedativi e che inducono il sonno sono amplificati. Tuttavia, se non puoi tollerare il THC o non vuoi gestire i suoi effetti collaterali, scegli un prodotto CBN che contiene CBD.

Insieme, amplificheranno gli effetti reciproci nel promuovere il sonno. Entrambi riducono il dolore. Entrambi riducono lo stress e l’ansia. Entrambi rilassano i muscoli. Tutti questi sono componenti per dormire bene la notte.

Il CBD contrasta anche il poco effetto psicoattivo di CBN.

Tags: cannabis, cannabis insonnia, cannabis sonno, cbd, insonnia
  • Posted on Giugno 25, 2019
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news Buenavita cannabis Milano
15 Apr

La Cannabis come forse non l’avete mai vista!” – è il video che non ti aspetti.

 

Di questi tempi, il tema della Canapa sta diventando un argomento di discussione sempre più ricorrente in sede di governo, così come nella quotidianità di tutti noi.

A prescindere dalle ideologie e dai gusti personali, ciascuno ha sviluppato una propria opinione sulla Canapa che spesso viene semplificata con le frivoli diciture “favorevole” o “contrario”. Gli usi della Canapa sono molteplici, ma purtroppo è insita nelle credenze popolari la tendenza a generalizzare l’uso della canapa soltanto come stupefacente.

 

Aiuta a fare chiarezza sull’argomento il video dell’On. Luigi Sunseri. Il portavoce del M5S illustra rapidamente una serie di dati oggettivi sulla Canapa, con l’obbiettivo di informare lo spettatore e magari farlo riflettere:

La cannabis come forse non l'avete mai vista!

La cannabis come forse non l'avete mai vista! ??

Pubblicato da Luigi Sunseri su Venerdì 12 aprile 2019

 

“Appena si parla di Canapa tutti pensano al suo utilizzo stupefacente, ma non è così…
La Canapa è molto, molto altro. Mostrarvela sotto l’aspetto stupefacente è servito solo alle grandi multinazionali che non volevano rivali. La Canapa non è una droga, ma è una pianta eccezionale.
Una pianta che può diventare tutto: dalla Canapa si possono ottenere 50.000 derivati attraverso dei processi totalmente sostenibili. La sua coltivazione è tra le più ecosostenibili e non richiede pesticidi, anzi migliora dove viene coltivata. Inoltre, la Canapa cresce ad una velocità stratosferica. Durante i miei viaggi in Sicilia l’ho vista crescere fino a 10cm al giorno”

 

Come dice Sunseri, la Canapa è una pianta estremamente versatile, dalle molteplici potenzialità, applicazioni e opportunità di mercato. La canapa rappresenta una materia prima dalla quale poter ricavare oltre cinquantamila derivati attraverso processi sostenibili e la sua coltivazione, che può essere effettuata senza diserbanti e pesticidi, si colloca tra le prime coltivazioni biologiche ed eco-sostenibili.
Tantissime sono le qualità della Canapa: permette di migliorare i terreni in cui viene coltivata e proprio per questo può essere inserita in rotazione agricola; da un punto di vista ambientale la sua è una coltivazione sostenibile e a bassissimo impatto, raggiunge la maturità in circa cinque mesi, è in grado di assorbire una grande quantità di Co2 e produce più ossigeno di un bosco di pari superficie.

 

“Ma soprattutto la Canapa è una fonte incredibile di lavoro proprio perché è una pianta dalle mille potenzialità. Da una sola pianta si possono ottenere tantissimi derivati che possono essere utilizzati per tanti comparti industriali: tessile, edile, cosmetico, farmaceutico e alimentare. E la Canapa diventa cibo buono e sano: olio, pasta, farina… prodotti alimentari con ottimi valori nutrizionali perfetti per tutte le diete. Con la Canapa si può fare anche la carta. Pensate che con un solo ettaro di Canapa, in pochi mesi, si produce la stessa cellulosa che si produce in 4 ettari di foresta in decenni”

 

La Canapa è un’opportunità, continua Sunseri, non soltanto per migliorare l’ambiente ma anche per crescere l’economia del nostro Paese. La Canapa può essere impiegata per la produzione di svariati comparti industriali, tra cui quello tessile, edile, cosmetico, farmaceutico e alimentare.
Le proprietà dei prodotti derivanti dalla Canapa sono eccezionali, ad esempio: in ambito edile e tessile la canapa è in grado di garantire resistenza e malleabilità; In ambito cosmetico e farmaceutico invece, i prodotti a base di canapa costituiscono una reale alternativa per tutti coloro che sono affetti da patologie come dermatite, psoriasi e acne; Infine la canapa è utilizzata anche in ambito alimentare, ed è buonissima… Provare per credere!

 

“Continuare a vedere la Canapa come un nemico non serve assolutamente a nessuno. Basta con questi ridicoli pregiudizi, non ne vale assolutamente la pena”

 

Concludendo, Sunseri si scaglia senza peli sulla lingua sui pregiudizi che da troppo tempo offuscano il pensiero di molti individui. In questo ultimo messaggio si cela un messaggio tanto importante quanto pericoloso: da molti, la Canapa viene vista come un nemico.
Non è possibile certificare quanti siano gli italiani a vedere la Canapa come tale, si può dedurre che tale visione possa distorgere l’orientamento dell’individuo, distogliendo l’attenzione dal vero nemico della società, il crimine organizzato e l’illegalità.

Tags: canapa, cannabis, cbd, growshop, legale, light, milano, negozi, news, oil, segrate, socialclub, thc
  • Posted on Aprile 15, 2019
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news Buenavita cannabis Milano
23 Gen

Cannabis & Ansia, amici o nemici? Il superamento delle odierne terapie.

Cannabis & Ansia, amici o nemici?

Il superamento delle odierne terapie.

Secondo il rapporto riportato su www.leafly.com, uno dei magazine scientifici americani più importanti, su un segmento della popolazione enorme “40 milioni di adulti negli Stati Uniti” soffre di ansia sin dai 18 anni. I farmaci a base di serotonina sono usati in questo ambito e somministrati a pazienti di tutte le età anche i più anziani che spesso hanno una predisposizione più accentuata a soffrire degli effetti collaterali di questi farmaci.

Gli SSRI, così chiamati i farmaci a base di serotonina, sono molto importanti e veloci nel trattamento di attacchi di panico, crisi di ansia,  e molto altro. Sono farmaci molto diffusi e che fanno il loro dovere. Purtroppo però, come tutti i farmaci e come precedentemente asserito, hanno degli effetti collaterali anche molto difficili da tollerare.

“Negli ultimi anni” come scrive la rivista sopra citata recuperando alcuni degli studi più importanti, “il CBD ha generato un enorme interesse tra i consumatori, i medici e gli scienziati. Perché? (…) il CBD ha potenti proprietà anti-ansia. Somministrato accuratamente (…) può essere utile per il trattamento di una serie di disturbi legati all’ansia, tra cui: malattia da panico, disturbo ossessivo-compulsivo, fobia sociale, disturbo da stress post-traumatico, disturbo d’ansia generalizzato” e “depressione lieve o moderata”.

Molto simile ai farmaci SSRI, il CBD può aumentare la funzione dei recettori della serotonina migliorandone la trasmissione senza effetti collaterali per ora emersi.

Uno studio ha rivelato che la ripetuta somministrazione di olio di cannabis aiuta i neuroni dell’ippocampo, utili per il trattamento degli stati ansiosi, a rigenerarsi.

Come sostengono i ricercatori spagnoli: “L’inizio rapido dell’azione antidepressiva del CBS e l’effetto ansiolitico simultaneo risolverebbero alcuni dei principali limiti delle attuali terapie”

Ricercatori brasiliani invece hanno condotto uno studio su un campione di uomini e donne affetti da ansia sociale generalizzata. Dopo aver somministrato loro un olio a base di CBD, i partecipanti hanno immediatamente avvertito una significativa diminuzione dell’ansia. I ricercatori, eseguendo scansioni celebrali sul campione di pazienti hanno notato un flusso sanguigno coerente ad un effetto anti ansia.

 

fonte: https://www.leafly.com/news/health/cbd-for-treating-anxiety

Tags: aiuto naturale, altrenativa farmaci, ansia, benessere naturale, cannabis ansia, cannabis stress, cannabis terapia, cbd, cbdoil, i benefici cbd, Salute, stress
  • Posted on Gennaio 23, 2019
  • Categorie: Uncategorized
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