Ora come non mai il mondo ha bisogno di Cannabis!
Perché la canapa può salvare il mondo
Come tutti ormai sappiamo siamo in piena emergenza ambientale, tolti gli scettici come Donald Trump che in un’intervista al Washington Post dice di non credere ai cambiamenti climatici provocati dall’uomo e all’opinione diffusa di molti scienziati, l’Accordo di Parigi sostiene invece che gli effetti catastrofici climatici dovuti all’inquinamento sono ormai alle porte e bisognerebbe intervenire immediatamente, come si usa spesso dire “rimboccandosi le maniche”.
L’Unep, (programma delle Nazioni Unite per l’ambiente), evidenzia l’aumento dell’emissioni di gas già dal 2017 e se ciò non verrà bloccato in tempo allora il clima mondiale aumenterà di 2/3°, dati riportati anche da una delle agenzie dell’informazione mondiale più importanti, L’A.N.S.A.
Detto ciò, che è solo una piccola parte del problema ambiente che oggi i nostri governi stanno affrontando e detto anche molto in sintesi, ritorniamo alla questione cannabis: come può questa pianta aiutarci a “salvare il mondo”? Come può una pianta che per anni è stata boicottata da interi governi o tenuta anzi “detenuta” solo dal sistema militare, essere ora come non mai una possibile fonte di benessere per il mondo e per l’essere umano?
Per non farla lunga, ed essere troppo prolissa tanto da sembrare una delle tante chiacchierate piene di “se” e “ma” sulla marijuana, arriverò dritta al punto: sapete cos’è la Bio-plastica? No, non è una plastica biodegradabile e basta, è una plastica che esiste, non è solo un progetto. La fusione delle fibre di canapa con la plastica riduce la quantità di materiale derivante dal petrolio, migliorando anche la qualità del prodotto. Una plastica resistente e che elimina i problemi legati allo smantellamento e alla salute. Le diverse formule per ottenere plastica con la canapa hanno le medesime caratteristiche: resistenza, riciclabilità e biodegradabilità.
La Bio-edilizia non è il solito parolone commerciale per attirare più audience e creare particolari strutture di design moderno. Per vivere, come sappiamo, le piante devono trattenere CO2, uno degli elementi che serve al pianeta, ma allo stesso tempo se troppa fa male. Rispetto alle altre piante, la canapa è un’ottima trattenitrice di CO2: un metro quadro di muratura in canapa e calce può “sequestrare” 35 chilogrammi di biossido di carbonio. Questo impasto può essere utilizzato per i muri, per i pavimenti e per muri portanti, poiché molto solido e forte. La canapa è isolante e regola l’umidità. La canapa nell’edilizia diminuisce nettamente il costo di produzione delle materie e del trasporto.
L’altro giorno ho letto su www.lastampa.it un articolo che cito testualmente: “Sarà la cannabis a salvare Taranto dal disastro ambientale dell’ Ilva”. Questo articolo mi tocca da vicino, essendo io pugliese e ancora di più essendo io nel settore della cannabis. Ciò che c’è di più importante in questo articolo è il sottotitolo, che dava la sensazione come di un vago senso di stupore per l’avvenuta scoperta, cito: “La pianta riesce a bonificare i terreni contaminati dalla diossina”.
Lasciando perdere polemiche sul fatto se sia o non sia questa una scoperta, la cannabis potrebbe decontaminare un intero territorio per anni avvelenato: “Il libeccio soffia lieve. Fino a qualche anno fa portava nubi rosse, cariche di polvere di ferro. Oggi non più: l’aria è cambiata, odora di mare. La terra invece no, è ancora inquinata dalla diossina. Sul campo della masseria la cannabis cresce sotto il sole d’inizio giugno. Le piante sono alte un metro e mezzo. L’agricoltore punta gli occhi scuri verso le ciminiere dell’Ilva. Dice: «Eccolo il mostro che ci avvelena. Speriamo che la canapa lo circondi e lo soffochi, proprio come fa con le erbe infestanti».”, da: www.lastampa.it/2016/06/03.
Ci rendiamo veramente conto di quali possano essere le vere potenzialità di una semplicissima pianta che cresce facilmente, è eco-sostenibile, non inquina, bonifica i terreni, aiuta l’edilizia a essere bio e tagli tutti i costi di produzione?
Sapete tutto ormai cos’è la Xylella, quella malattia che ha attaccato gli ulivi del Salento distruggendo intere piantagioni e riducendo del 90% la produzione di olio, l’oro giallo di molti, per non dire quasi tutti, gli agricoltori pugliesi. Ora è in vista un cambiamento, al posto degli ulivi ormai insostituibili, gli agricoltori hanno iniziato a coltivare marijuana per scopi legali come quelli elencati sopra, in questo modo potremmo avere una netta ripresa del mercato agricolo.
La vendita e la coltivazione si è già quintuplicata in due anni, domanda e offerta vanno a braccetto e c’è anche molta competizione, con i dovuti controlli.
Ultimo argomento, i Bio-carburanti, lo dico in maniera semplice: dalla canapa è possibile ottenere un biodiesel parzialmente o interamente sostituibile agli odierni gasoli, nafte e derivati.
Studi, ricerche, quotidiani, scienziati, dottori stanno iniziando a considerare l’argomento non solo come un’eventualità futura ma come un progetto concreto, realizzabile e in parte già realizzato.
Potrei continuare raccontandovi della carta di canapa, già bianca di natura quindi pronta all’uso, potrei parlarvi delle terapie con l’olio di CBD che viene affiancato, non sostituito, agli odierni trattamenti medici. Potrei parlavi della cosmesi, degli aiuti per la pelle, della canapa alimentare e del seme più nutriente al mondo, ma perderei la vostra concentrazione.
Oggi volevo parlare di un tema meno egoistico ma che ingloba la salute individuale: il mondo e l’ambiente.
Spero di suscitare qualche commento e smuovere, o solleticare, le coscienze.
Anna Renna
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