Cannabis Sativa o Canapa è un genere di pianta a fiore che insieme al luppolo fa parte della famiglia delle Cannabinacee.
Esistono tre tipi di sottospecie di Cannabis:
Cannabis Indica, che cresce spontaneamente nei paesi del sud, è alta circa un metro ed è ricca di resina;
Cannabis Sativa propriamente detta, che cresce nei paesi del nord, è alta fino a sei metri ed ha un fogliame più rado;
Cannabis ruderalis la quale raggiunge una minore altezza, ma è più resistente a climi estremi.
Dal punto di vista botanico la Cannabis Indica produce una maggiore quantità di cannabinoidi (fra cui THC e CBD), mentre la Cannabis Sativa ne produce pochissimi e per-tanto viene utilizzata per la produzione di fibra tessile o cordami.
Origine etimologica Marjiuana
La parola con cui è maggiormente conosciuta questa pianta, ovvero Marjiuana, deve l’ampia diffusione del termine al volgarizzamento messicano del nome latino Cannabis che venne usato a partire dagli anni ’30 del 1900 e sotto la spinta dell’allora commissario dell’Agenzia federale sui narcotici degli Stati Uniti Harry Jacob Anslinger per demonizzare la pianta associando il suo consumo alla minoranza etnica dei messicani.
La campagna mediatica diffuse paura e sospetto intorno alla Canapa e contribuì alla promulgazione del Marijuana Tax Act che negli Stati Uniti impedì di fatto la coltivazione di qualsiasi tipo di canapa, anche a scopo medicamentoso, tassando pesantemente ogni transa-zione commerciale.
La canapa nell’ Antichità
corda-canapaNel 1997, una corda di canapa risalente al XXVII secolo a.c (quasi 27 mila anni prima di Cristo) fu trovata in Cecoslovacchia, facendo di essa il più antico oggetto conosciuto legato alla Cannabis mai rinvenuto.
Tra l’8000 e il 4000 a.c (ovvero tra i 10.000 e i 6.000 anni fa) stando al ritrovamento di fibre tessili, semi, olii e corde in Taiwan, Cina e in Asia Centrale (Uzbekistan e Turkestan) la Canapa fu presente come coltivazione fiorente e massiva in questi paesi.
Alcuni manufatti artigianali, reperti archeologici vari e vestiti di Canapa sono stati ritrovati lungo la valle del fiume Giallo in Cina Settentrionale, terra d’insediamento della cultura neolitica di Yangshao tra il 5000 a.c e il 3000 a.c.
Il primo uso della Cannabis come medicinale viene fatto risalire però al 2.737 a.c, ad opera dell’imperatore cinese Shen Nung che è considerato il padre della moderna medicina cinese e che scoprì le proprietà terapeutiche, antiinfiammatorie e antireumatiche della Canapa insieme a quelle del Ginseng e dell’Efedra, piante che al giorno d’oggi sono considerate mainstream. Nell’antica Cina, da quel momento in avanti, si usarono tutte le parti della Canapa: la radice come medicinale, lo stelo per i tes-suti, il cordame e la produzione di carta, i semi per l’alimentazione in quanto ricchi di oli, i fiori come medicine psicoattive.
Dalla Cina, nel 2000 a.c, gli agricoltori di cannabis stanziati sulla costa portarono la pianta in Co-rea mentre fu esportata in India per mano degli Ariani, un gruppo arcaico di lingua indo-europea originaria dell’Asia Centrale che invase la regione subcontinentale indiana dell’Asia centro-meridionale nel II millennio a.c. Loro usavano preparare una bevanda, Bhang, unendo la cannabis al latte e usandolo come anestetico.
La Cannabis fu da allora usata in India per guarire una vasta gamma di malattie umane. Anche gli utilizzi nella Cul-tura egiziana sono antichi: nel 1213 a.c alcune tracce di polline di Cannabis furono trovate nel sarcofago di Rameses II, essendo la pianta conosciuta all’epoca per le sue proprietà antidepressive.
Dall’Asia all’Europa
La Cannabis si estese in Medio Oriente tra il 2000 a.c e il 1400 a.c e fu probabilmente importata dagli Sciiti, un gruppo nomade di origine Indo-Europea. Gli sciiti portarono la pianta anche nel sud-est della Russia e in Ucraina, in quanto occuparono quei territori per anni.
Le tribù germaniche portarono la Cannabis in Germania mentre nella Gran Bretagna fece il suo ingresso nel quinto secolo grazie alle invasioni anglosassoni.
Gli Spagnoli portarono la marjuana nelle Americhe a metà del 1500 e gli Inglese la commerciarono insieme al tabacco nella prima metà del 1600. Nel 1799, Napoleone portò la cannabis in Francia dall’Egitto introducen-dola nella società francese per le sue qualità rilassanti e sedative.
La Cannabis in Italia
canapa-storia-origineCrescendo in climi temperati e umidi la Canapa ha sempre trovato terreno fertile in Italia, dove fu utilizzata per millenni. Ad esempio nel Canavese (che prende questo nome proprio dalla Canapa) in Piemonte vennero ritrovate pipe preistoriche e all’interno di esse tracce di fiori della canapa.
Dal settimo secolo a.C. la Penisola vide una grande presenza degli Etruschi i quali, spingendosi verso il Piemonte e l’Emilia Romagna ed essendo prevalentemente un popolo di agricoltori influenzarono tutto il territorio fertile della Pianura Padana con le loro innovative tecniche di coltivazione.
La Canapa era infatti utilizzata dagli Etruschi come coltura fondamentale per fertilizzare i terreni ed era nota per le sue proprietà bonificatrici. Successivamente, grazie alle coltivazioni di Canapa che sorsero nelle pianure del casertano, del pontino, dell’area del ferrarese, della piana trevigiana e della campagna di Carmagnola le repubbliche marinare furono in grado di estendere il loro dominio nei mari attingendo proprio dalla Canapa per la fabbricazione di vele e cordami resistenti ed economiche.
Dal 1300, la Marina Inglese comprava dall’ Italia la materia prima per le loro corde e vele riconoscendola da sempre come la migliore al mondo.
Nel 1910 nella sola Emilia Romagna vi erano 45.000 ettari di terreno coltivati a canapa, soprattutto nel Ferrarese, mentre il dato complessivo di tutta Italia portava la superficie a 80.000 ettari.
Nel 1914 la provincia di Ferrara produceva 363.000 quintali di canapa, da aggiungersi ai 157.000 della provincia di Caserta, ai 145.000 della provincia di Bologna e agli 89.000 presenti nel napoletano.
Negli anni ’50 l’Italia era il secondo maggior produttore di canapa al mondo, seconda solo all’Unione Sovietica, con ben centomila ettari coltivati. Poi, a causa della forte industrializzazione che ha imposto sul mercato le fibre sintetiche il mercato della Canapa in Italia ha subito una battuta d’arresto.
Agli inizi del 2017 però su proposta del Movimento 5 Stelle, con Loredana Lupo in quanto prima firmataria e successivamente di Adriano Zaccagnini (Sel), Nicodemo Oliverio (Pd) e Dorina Bianchi (Area Popolare), è entrata in vigore la legge che incentiva la coltivazione della Cannabis sativa. A detta del Ministro per le politiche agricole Maurizia Martina la Canapa sarebbe infatti una coltura in grado di contribuire alla riduzione dell’impatto ambientale in agricoltura, alla riduzione del consumo dei suoli e a combattere la desertificazione e la perdita di biodiversità.
canapa Nome comune di diverse varietà di Cannabis sativa, specie appartenente alla famiglia delle Cannabacee, annua, con radici fittonanti e fusti eretti, alti da pochi cm fino a più di 5 m, foglie palminervie opposte o alterne, stipolate e lungamente picciolate, composte da 5-11 foglioline lanceolate. È dioica: negli individui maschili i fiori sono disposti in pannocchie terminali o ascellari; nei femminili in glomeruli raccolti in una infiorescenza compatta. Le piante maschili presentano fusti più slanciati, internodi più lunghi, fibra più fine, e maturano e disseccano alquanto prima: il rapporto fra le quantità dei due sessi è circa 1 con leggera prevalenza di individui femminili.
Con il nome di c. sono indicate anche le fibre tessili di altre piante molto diverse: la c. del Bengala, o c. sun, o c. san, data dalle fibre corticali dei fusti giunchiformi, alti 2-3 m, di alcune Crotalarie originarie dell’India; la c. di Bombay o del Deccan o di ibisco, ricavata dalla corteccia di Hibiscus cannabinus e di altre specie dei paesi tropicali; la c. di Giava o c. rosella, ottenuta dai fusti di Hibiscus subdariffa, coltivato a Giava, nell’India e in altre regioni tropicali. Tutte queste fibre hanno molte delle applicazioni della c., pur essendo meno pregevoli
Origine e coltivazione:
La c. è originaria dell’Asia centrale, da cui si diffuse, fin dalla più remota antichità, in Cina e poi in Europa; era nota ai Romani. Oggi è coltivata in Francia, in Russia, nei paesi dell’Europa orientale (Ungheria, Polonia, Romania, Bulgaria) e dell’Asia meri;dionale (India e Pakistan) e orientale (Cina, massimo produttore mondiale) per la produzione della fibra e per quella dei semi, utilizzati per ricavarne l’olio di canapa. In Italia la coltivazione della c. è scomparsa, nonostante fosse molto sviluppata in Emilia e in Campania, specialmente nelle province di Napoli (Frattamaggiore) e Caserta (Aversa), dove si produceva la migliore c. del mondo.
La semina della c. si fa in marzo, a righe molto fitte per ottenere fusti alti e non ramificati e quindi fibra più lunga e più fine. Le coltivazioni da seme destinato alla riproduzione si possono fare in appositi campi (canapacciaie), altrimenti negli ordinari campi da fibra si lasciano, dopo la raccolta, alcune piante femminili che rimangono fino alla maturazione del seme. La raccolta della fibra si fa tra la fine di luglio e i primi di agosto, tagliando le piante al piede oppure estirpandole; dopo essiccamento al sole, che avviene sul posto, le piante si liberano dalle foglie e dalle infiorescenze.
Lavorazione, filatura, produzione:
la c. giunge allo stabilimento (canapificio) sotto forma di balle, di mannelli o rotoli di filacce ottenute dalla pianta nelle lavorazioni compiute dalle aziende coltivatrici. La prima operazione è l’assortimento, che serve a classificare le fibre secondo la loro qualità: colore, morbidezza, lunghezza. Segue l’ammorbidatura, che mediante un riscaldamento per frizione tende a sciogliere le sostanze agglutinanti e a favorire la separazione delle fibre elementari. Le fibre, lunghe da 1,50 fino a 3,50 m, vengono tagliate in pezzi di circa 70 cm (quelli ottenuti nella parte centrale, migliori di quelli ricavati alle estremità, vengono tenuti separati). Si procede poi alla pettinatura, fatta per mannelli di circa 300 g, operata con macchine automatiche (pettinatrici), che formano un nastro continuo di fiocchi. Seguono l’accoppiamento, con il quale un certo numero di nastri viene riunito in un unico nastro, e lo stiro per portare il nastro alla grossezza voluta. Un’ulteriore stiratura con un principio di torcitura viene data al nastro sul banco a fusi e, dopo un passaggio in acqua calda, il semitorto passa al filatoio. Il titolo del filato è 1 quando 30.000 yard pesano 100 libbre, ovvero 27.420 m pesano 45,36 kg; il filato di titolo 2 pesa, a pari lunghezza, la me;tà, quello di titolo 10 un decimo, e così via.
La produzione mondiale delle fibre di c. occupa una posizione marginale nella produzione mondiale di fibre naturali (lo 0,3% del volume totale nel 2003) e nel 2006 non sono stati registrati aumenti. I principali paesi produttori sono la Cina e la Corea del Sud, che contribuiscono alla produzione mondiale per più della metà. In costante incremento il rendimento unitario.
Dai cosiddetti semi di c. (in realtà il frutto della c.) si ottiene, per pressione o a mezzo di solvente, l’olio di c. (o di canapuccia), composto principalmente di acidi grassi insaturi (oleico, linoleico ecc.); è usato soprattutto come essiccativo. Canapa indianaNome comune di Cannabis sativa var. indica, che è ritenuta talora specie a sé (Cannabis indica); differisce dalla varietà tipica per la maggiore ricchezza di resina secreta dai peli ghiandolari che rivestono le brattee e le bratteole delle piante femminili e per la maggiore attività farmacologica. Le sommità fiorite delle piante femminili si usano in medicina per le loro proprietà sedative e analgesiche. La resina raccolta e riunita in masse costituisce il cherris o churrus; sommità e resina preparate in svariati modi costituiscono invece l’hashish. Foglie e inflorescenze, resina e olio di c. indiana sono sostanze stupefacenti (marijuana) i cui principi attivi, soprattutto il tetraidrocannabinolo, determinano una ebbrezza caratterizzata da senso di benessere, illusioni e allucinazioni di contenuto piacevole, alla quale subentra il sonno.